PUNTATONE MITOLOGICO 10 GENNAIO 2024

SIGLA INIZIALE 

SAS GROUP - "BABY ROCK" ("vol. 1" lp 1976);

KELOMPOK KAMPUNGAN - "BANG KARNO" ("Mencari Tuhan" cd re 2013);

AUFLAUF - "JEDEN MENSCH BRAUCHT EIN HOBBY" ("Problemlos!" lp 1980);

GREENFIELD LEISURE - "TOO FAT TO FRUG" ("Those far off summers" lp 1982);

DEFTONES - "THE CHAFFEUR" ("The Duran Duran Tribute Album" cd 1997);

MEAT PUPPETS - "PROBLEM CHILD" ("Basic Sampler" tape compilation 1983);

ROY LONEY & THE PHANTOM MOVERS - "POOR TUXEDO" ("Phantom Tracks" ep 1980);

THE VELVET UNDERGROUND - "WHAT GOES ON" (st lp 1969);

I GIGANTI - "IO E IL PRESIDENTE" ("VIP della canzone" lp compilation, 1967);

LOMAS - "CARLO LUPPI" ("Modena stazione di Modena..." cd, 1995);

THE LAMBRETTAS - "BEAT BOYS IN THE JET AGE" ("Beat boys in the jet age" lp, 1980);

THE DELMONAS - "HELLO, I LOVE YOU" ("Hello, we love you" ep, 1984);

ROLLERBALL - "SAL THE SALMON" ("Long walk for ice cream" cd, 2002);

STONE THE CROWS - "BIG JIM SALTER" (st compilation lp, 1989)

 

Prendete ed auscultatene tutti 

https://drive.google.com/file/d/1oHJk2pE01ePKhidMKl4LMCBe5iz5Ef40/view?usp=sharing


E anche per questa sessione fantasmagorica il livello qualitativo è così alto che come sempre in rai corrono a nascondersi il mercoledì sera. Il varo stavolta è per mano di un gagliardo canadese depositario del retaggio hendrixiano come nessuno mai, e siamo così gasati che ci teletrasportiamo nientemeno che in Indonesia, e ci pippiamo uno dei gruppi più heavy (e moderni) degli anni '70 per poi scioglierci davanti alla dolcezza mista a caparbietà dei loro village people (solo di nome) un bellissimo tesoro celato dal tempo e dalle barbarie politiche che merita una calorosa riunta. Detto ciò seppelliamo tutto sotto una coltre di wurstel e crauti con una band austriaca che non ha nulla che invidiare ai fautori del pop da calssifica statunitense, ci facciamo uno slego nervosissimo a base di post-punk inglese fuori misura, e limoniamo male e duro come ai festini dei teenager col Chino che in acido mima Simon LeBon alla sua maniera, spaventati dai fratelli della pigna che rivoltano male come un calzino marcio una grande perla dei nani australiani. Si vola poi con una leggenda del rockerrò losangelino se c'è n'è mai stata una, e si atterra a suon di spleen tagliata col carburo come solo quelli della metropolitana di velluto sapevano fare, mentre da lontano un peculiare quartetto vocale intona una tra le più innocenti ingenue e speranzose richieste di uguaglianza mai cantate. Carlo Luppi era strano e la sua storia ci viene cantata da una tra le più caparbie ed eclettiche nonchè esasperate ed idiosincraticamente irresistibili formazioni punk italiane di sempre, con tutto il loro entusiasmo. In Inghilterra ci torniamo in sella ad un tipico ciclomotore carenato ma con la furia di un jumbo jet cantando a squarciagola un mancato inno generazionale causa esubero di questi ultimi, ci facciamo sedurre da un quartetto di sorelle speranza inglesi che ci raccontano i Doors come avrebbero potuto fare solo i Kinks, ci facciamo strapazzare di coccole dal più estroso collettivo californiano delle due passate decadi e chiudiamo con la band scozzese che ha aperto la pista per le altre nel mondo e che è durata un poco troppo poco, per sfiga ovviamente



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